Diventare Docente nel 2023
- Uniepoint
- 13 mar 2023
- Tempo di lettura: 4 min
La figura del docente in Italia è molto importante, poiché i docenti sono i professionisti che si occupano dell'istruzione e dell'educazione dei giovani. La loro figura rappresenta l'essenza del sistema scolastico italiano, ed è un punto di riferimento fondamentale per gli studenti e per le famiglie. In generale, i docenti in Italia sono altamente qualificati e formati per svolgere il loro lavoro. Di solito, per diventare un insegnante è necessario seguire un percorso di studi universitario specifico, seguito da un tirocinio di formazione professionale. I docenti italiani lavorano in diverse scuole, pubbliche e private, e sono suddivisi in diverse categorie in base alla loro specializzazione. Ad esempio, ci sono docenti di scuola primaria, di scuola secondaria di primo grado e di scuola secondaria di secondo grado. Ogni categoria ha le sue specifiche mansioni e competenze. Inoltre, i docenti in Italia devono essere in grado di gestire le relazioni con gli studenti e le famiglie, promuovendo la partecipazione attiva degli studenti e il loro coinvolgimento nel processo di apprendimento. Questo richiede una buona capacità di comunicazione e di gestione dei conflitti. La figura del docente in Italia è in continua evoluzione, poiché il sistema scolastico sta cambiando per rispondere alle esigenze sempre più complesse della società. Tuttavia, i docenti rimangono un elemento fondamentale del sistema educativo, e il loro ruolo rimane essenziale per garantire un'istruzione di qualità per tutti gli studenti.
Per diventare docente in Italia nel 2023, ci sono alcune procedure che devono essere seguite. Ecco i passaggi principali:
Ottenere una laurea magistrale in Scienze della formazione primaria, Scienze della formazione dei processi educativi e della formazione, o in una disciplina affine all'insegnamento che ti interessa. È importante scegliere un corso di laurea che consenta di acquisire le conoscenze e le competenze necessarie per diventare un docente.
Seguire un corso di specializzazione per l'insegnamento nella scuola secondaria, che ti consentirà di acquisire le competenze specifiche per insegnare in questa tipologia di scuole. Questo corso è obbligatorio per chiunque voglia insegnare nella scuola secondaria.
Superare il concorso per docenti, che è l'accesso al ruolo per l'insegnamento nella scuola pubblica. Il concorso prevede una serie di prove scritte e orali che valutano le tue competenze e la tua preparazione in materia di insegnamento e conoscenza della disciplina in cui intendi insegnare.
Dopo aver superato il concorso, è possibile essere assunti come docenti a tempo indeterminato o determinato, in base alle esigenze delle scuole.
È importante tenere presente che i requisiti per diventare docente possono variare a seconda della tipologia di scuola in cui si intende insegnare e dei diversi percorsi di formazione disponibili. In ogni caso, è necessario avere una forte motivazione, una passione per l'insegnamento e una buona preparazione nel campo della disciplina prescelta.
Ricordiamo che l’obiettivo fissato dal Pnrr è quello di raggiungere le 70mila immissioni di docenti in ruolo entro il 2024. E che una parte consistente di queste dovrebbe riguardare i docenti precari con almeno 36 mesi di servizio negli ultimi 5 anni.
Tuttavia, i Ministri dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, e degli Affari europei, Raffaele Fitto, chiederanno di far slittare il raggiungimento dell’obiettivo di un anno. Quindi, al 2025.
Al più presto, infatti, gli stessi illustreranno a Bruxelles le motivazioni di tale richiesta nonché le nuove modalità di reclutamento, in modo da ottenere il necessario via libera e poter procedere con la definizione dei bandi.
Concorso docenti 2023
Come già accennato, il concorso riservato ai docenti precari con almeno 36 mesi di servizio negli ultimi 5 anni sarà svolto in modalità semplificata e, soprattutto, in tempi rapidi. In questo caso, infatti, l’obiettivo è quello di raggiungere le 20mila assunzioni prima dell’inizio dell’anno scolastico 2023/2024.
Potranno partecipare tutti gli insegnanti che hanno già conseguito l’abilitazione, la specializzazione al sostegno o che siano iscritti nella seconda fascia delle Graduatorie provinciali per le supplenze (GPS).
I vincitori del concorso saranno assunti con contratto a tempo determinato e dovranno svolgere un anno di prova e di tirocinio. Nonché una prova finale basata su un esame scritto e uno orale. Inoltre, dovranno conseguire anche 30 CFU.
Concorso docenti 2024 e 2025
Per raggiungere l’obiettivo delle 70mila immissioni in ruolo saranno, inoltre, banditi altri due concorsi ordinari nel 2024 e nel 2025. Per un totale di 50mila posti. Riservati, ovviamente, ai docenti che abbiano già acquisito i 60 CFU previsti dalla nuova Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti approvata dalla legge n. 79 del 29 giugno 2022 (conversione in legge – con modificazioni – del decreto n. 36 del 30 aprile 2022).
Da precisare, tuttavia, che il decreto attuativo (DPCM) relativo ai 60 CFU non è ancora stato emanato, per cui bisognerà aspettare indicazioni più precise in merito.
É certo, però, che una parte – ancora tutta da definire – dei posti disponibili sarà riservata ai docenti precari con all’attivo almeno 36 mesi di supplenza.
Da quando 60 CFU insegnamento?
Fase transitoria
Gli effetti della Riforma Bianchi non saranno immediati. È, infatti, prevista una fase transitoria che durerà fino al 31 dicembre 2024.
Tant’è che tutti coloro che sono in possesso dei 24 CFU (purché acquisiti entro il 31 ottobre 2022) potranno utilizzarli entro tale data per la partecipazione al concorso scuola, al TFA Sostegno e al prossimo aggiornamento delle GPS.
Gli stessi avranno, tuttavia, l’obbligo – una volta eventualmente superato il concorso – di integrare i restanti CFU entro il primo anno di insegnamento (con contratto a tempo determinato).
Fermo restando l’anno di prova con valutazione finale prima della definitiva immissione in ruolo. Da novembre in poi, quindi, addio ai classici 24 CFU e via libera ai nuovi 60 CFU. Sebbene con qualche piccola eccezione.
Il DPCM 60 CFU
Proprio il ritardo nell’emanazione del DPCM 60 CFU potrebbe, di fatto, non solo favorire, ma addirittura rendere necessaria la riapertura delle iscrizioni 24 CFU.
Il decreto attuativo in questione è, infatti, imprescindibile per completare gli effetti della legge n. 79/2022. Oltre a definire i contenuti e la strutturazione dell’offerta formativa relativa al conseguimento dei 60 CFU, dovrà altresì stabilire anche il numero di crediti extra riservati alla formazione inclusiva delle persone con disabilità. Nonché la percentuale minima di presenze alle attività formative per l’accesso alla prova finale. E, infine, anche le modalità di svolgimento della prova finale del percorso, comprendente una prova scritta e una prova orale.
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